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23 Dicembre 2022 12:02

Armi alla Russia: la Corea del Nord respinge le accuse USA

Il Ministero degli Affari Esteri della Corea del Nord ha negato, venerdì 23 dicembre, le accuse statunitensi secondo cui Pyongyang avrebbe inviato un carico di razzi e missili al Gruppo Wagner, la società di mercenari privata russa gestita e fondata da Yevgeny Prigozhin, stretto alleato del presidente russo, Vladimir Putin. 

Definendo le dichiarazioni di Washington “assurde”, il suddetto Dipartimento Nordcoreano ha affermato che si è trattato di una notizia “falsa”, aggiungendo che ha rappresentato il più “assurdo depistaggio, che non merita alcun commento o interpretazione”. “La Repubblica Democratica Popolare di Corea rimane immutata nella sua posizione di principio sulla questione della ‘transazione di armi’ tra la Repubblica Democratica Popolare di Corea e la Russia, che non è mai avvenuta”, ha dichiarato il portavoce, secondo una dichiarazione riportata dall’agenzia ufficiale del Nord Korean Central News Agency (KCNA), citata da Al-Jazeera. Gli Stati Uniti, ha aggiunto il funzionario nordcoreano, stanno a loro volta “portando spargimento di sangue e distruzione in Ucraina fornendole vari tipi di armi letali”. Anche Prigozhin ha smentito le accuse degli USA, pubblicando il seguente comunicato: “Tutti sanno che la Corea del Nord non fornisce armi alla Russia da molto tempo. E non sono nemmeno stati fatti sforzi di questo tipo”. “Pertanto, la fornitura di armi dalla Corea del Nord non è altro che un pettegolezzo e una speculazione”. 

Al contempo, l’ambasciatrice del Regno Unito presso le Nazioni Unite, Barbara Woodward, ha dichiarato in un tweet, il 23 dicembre, che Londra concorda con la valutazione di Washington secondo cui “la Russia ha ricevuto armi dalla Corea del Nord, in violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. In tal contesto, è importante ricordare che le esportazioni di armi nordcoreane sono vietate dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite imposte al Paese a causa dei suoi sforzi per sviluppare armi nucleari. “Il fatto che il presidente [russo, Vladimir] Putin si rivolga alla Corea del Nord per chiedere aiuto è un segno della disperazione e dell’isolamento della Russia”, ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, in un comunicato. “Lavoreremo con i nostri partner per garantire che la Corea del Nord paghi un prezzo elevato per aver sostenuto la guerra illegale della Russia in Ucraina”.

Tali sviluppi sono arrivati dopo che, il 22 dicembre, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato che Pyongyang ha inviato una prima scorta di armi al Gruppo Wagner, attualmente attivo lungo il fronte Orientale di Bakhmut, in Ucraina, nella regione di Donetsk. “Possiamo confermare che la Corea del Nord ha completato una prima consegna di armi a Wagner, che ha pagato per quelle attrezzature. Il mese scorso, la Corea del Nord ha consegnato in Russia razzi e missili per la fanteria da utilizzare per Wagner”, ha dichiarato Kirby ai giornalisti. Secondo le stime, il proprietario di Wagner spenderebbe più di 100 milioni di dollari al mese per finanziare le operazioni dei mercenari in Ucraina, ha aggiunto Kirby. A tal proposito, è rilevante menzionare che gli Stati Uniti ritengono che Wagner disponga di oltre 50.000 soldati dispiegati in Ucraina, tra cui 10.000 contractor e 40.000 detenuti reclutati dalle prigioni russe, ha dichiarato Kirby.

In precedenza, il 5 settembre, l’intelligence statunitense aveva reso noto che la Russia aveva acquistato “milioni di proiettili d’artiglieria e razzi” dalla Corea del Nord. Quest’ultima aveva respinto tali dichiarazioni, affermando che non aveva mai consegnato armi alla Federazione e che non aveva in programma di farlo nel futuro. Analoghe accuse sono state avanzate successivamente, il 2 novembre, dallo stesso Kirby. In tale occasione, il portavoce USA aveva affermato di non sapere se le forniture fossero state, de facto, consegnate, sebbene avesse sottolineato che il trasferimento sarebbe avvenuto attraverso il Medio Oriente e il Nord Africa. 

La possibile cooperazione militare tra Mosca e Pyongyang si colloca anche nel quadro dei droni iraniani acquistati dalla Russia per supportare lo sforzo bellico in Ucraina. Sebbene, inizialmente, il Cremlino e Teheran avessero respinto tali accuse, avanzate principalmente dall’intelligence di Washington, il 5 novembre il Paese aveva ammesso e confermato di aver fornito gli Shahed-136 alla Federazione. Il crescente legame di Mosca e Teheran aveva altresì portato gli Stati Uniti a mettere l’occidente in guardia rispetto a un possibile acquisto di missili iraniani. Nello specifico,  il primo novembre, gli USA avevano avvertito che la Russia potesse acquisire missili di superficie iraniani Fateh-110 e Zolfaghar da utilizzare in Ucraina. In precedenza, anche il 18 ottobre, fonti interne ai dipartimenti di sicurezza degli USA e dell’Iran avevano reso noto che Teheran aveva stretto un accordo segreto con la Russia riguardo alla fornitura dei suddetti missili terra-superficie. Due giorni prima, il 16 ottobre, anche la testata statunitense The Washington Post aveva fatto sapere del rafforzamento della cooperazione militare russo-iraniana. La vendita di missili iraniani alla Russia sarebbe stata concordata a seguito di una serie di incontri, tra cui uno a Mosca il 18 settembre e un altro il 6 ottobre, quando il primo vicepresidente iraniano, Mohammad Mokhber, due alti ufficiali delle Guardie Rivoluzionarie iraniane e un funzionario del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale erano giunti in visita nella capitale russa. 

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