Taiwan ha raggiunto un accordo con la Cina riguardo alla morte di due pescatori cinesi in un incidente marittimo, avvenuto nel mese di febbraio, dopo mesi di trattative, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, il 30 luglio.
La Guardia Costiera di Taiwan ha annunciato che è stato concluso un accordo per le famiglie dei pescatori, morti mentre cercavano di fuggire dopo che la propria imbarcazione era entrata in acque non controllate da Taipei. “È stato raggiunto un accordo durante le negoziazioni di oggi, grazie ai continui sforzi compiuti da entrambe le parti dello Stretto”, ha dichiarato ai giornalisti a Kinmen il vicedirettore generale dell’amministrazione della Guardia Costiera di Taiwan, Hsieh Ching-chin. “Entrambe le parti implementeranno attivamente l’accordo il prima possibile”, ha aggiunto, sottolineando che c’era una “buona atmosfera” all’incontro.
La Cina rivendica Taiwan, governata democraticamente, come proprio territorio, nonostante le forti obiezioni dell’isola, e negli ultimi anni ha intensificato le attività militari nei suoi pressi, con incursioni quasi quotidiane nelle zone di identificazione della difesa aerea. Da febbraio, dopo la morte dei due pescatori cinesi, la Guardia Costiera cinese ha avviato regolari pattugliamenti attorno alle isole Kinmen, controllate da Taiwan e vicine alla costa cinese.
In tale contesto, il Ministero della Difesa di Taiwan aveva già comunicato, il 26 giugno, che la Cina aveva effettuato un’altra “pattuglia congiunta di prontezza al combattimento” nei pressi dell’Isola. Nel frattempo, Pechino aveva dichiarato che avrebbe rintracciato e punito i sostenitori “irriducibili” dell’indipendenza ovunque si fossero trovati.
La Cina, che considera Taiwan parte del proprio territorio nonostante il governo democratico dell’Isola, ha espresso apertamente la propria ostilità nei confronti del presidente taiwanese, Lai Ching-te, definendolo un “separatista”. Dopo l’insediamento di Lai, avvenuto il 20 maggio, la Cina ha organizzato due giorni di esercitazioni di guerra. Il Ministero della Difesa di Taiwan ha dichiarato di aver rilevato un elevato numero di aerei militari cinesi, inclusi caccia J-16, operare a Nord, Centro e Sud di Taiwan, effettuando una “pattuglia congiunta di prontezza al combattimento” con navi da guerra cinesi. Taiwan segnala frequentemente missioni di tale tipo, che rientrano in un modello di pressione cinese intensificatosi negli ultimi quattro anni. Il Ministero della Difesa cinese non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.
Durante una conferenza stampa a Pechino, un portavoce dell’Ufficio cinese per gli Affari di Taiwan ha affermato che il governo ha “il diritto legale di proteggere l’integrità territoriale del Paese”, difendendo le nuove linee guida della scorsa settimana per punire ciò che Pechino considera separatismo. “Le forze dell’ordine nazionali e gli organi giudiziari perseguiranno tutti gli irriducibili dell’indipendenza di Taiwan che mettono alla prova la legge fino alla fine, non importa dove si trovino, e li puniranno severamente in conformità con la legge”, ha dichiarato il Direttore dell’Ufficio Informazioni dell’Ufficio Affari di Taiwan, Zhu Fenglian, ai giornalisti.
La Cina applicherà “punizioni precise”, ma le linee guida non coinvolgono la maggioranza dei taiwanesi, ha aggiunto Zhu. “Lo Stato punisce i crimini di secessione e di incitamento alla secessione da parte degli irriducibili dell’indipendenza di Taiwan in conformità con la legge. Vi è una solida base giuridica e una base giuridica sufficiente per questo”, ha affermato Zhu. I tribunali cinesi non hanno giurisdizione a Taiwan e non è chiaro come la Cina possa cercare di far rispettare eventuali sentenze al di fuori dei propri confini. Lai ha ripetutamente offerto colloqui con la Cina, ma è stato respinto, poiché egli stesso rifiuta le pretese di sovranità di Pechino e ha affermato che solo il popolo di Taiwan può decidere del proprio futuro.
Infine, Taiwan sostiene che la Cina abbia utilizzato tattiche di “zona grigia” che si fermano prima del combattimento effettivo per testare e mettere sotto pressione le forze taiwanesi, comprese le regolari pattuglie vicino a Kinmen. A luglio, funzionari cinesi hanno abbordato e sequestrato un peschereccio taiwanese che operava nei pressi della costa cinese durante il periodo di divieto di pesca in Cina, e lo hanno condotto in un porto cinese, sfociando in un’ulteriore escalation delle tensioni.
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